Le conseguenze sull’arte di un anno di Covid

In questo anno difficile l’emergenza socio-sanitaria ha modificato tutto l’assetto del sistema dell’arte e del mercato. Ha accelerato tendenze già in atto e imposto alcuni cambiamenti che diventeranno definitivi modificando la geografia e l’economia dell’arte. Tutto si è spostato on line ma già si stanno mettendo in evidenza le storture e gli squilibri presenti nel sistema. Ciò che per il momento emerge è anche la resilienza delle case d’asta rispetto alle gallerie: hanno saputo modificare il proprio apparato meglio e più velocemente e creare nuove strategie per adattarsi al nuovo mercato online. Ad esempio grande successo ha ottenuto di recente l’asta da Sotheby’s a Parigi “Unwrapped I”, in cui è stata venduta la collezione privata di una coppia di artisti, ovvero Christo, scomparso lo scorso anno, e la compagna Jeanne- Claude. Tutti i 28 lotti sono stati aggiudicati, la maggior parte dei quali oltre la stima massima, per un totale di 8.048.310 euro, i cui proventi andranno a un fondo a loro nome per realizzare l’ultimo progetto della coppia, incartare l’Arco di Trionfo. L’asta ha visto alcuni lavori dell’artista bulgaro raggiungere quotazioni record: tra le altre i 2 progetti del 1991 “The Umbrellas”(Joint project for Japan and USA), venduti per 1.706.500 e 1.222.500 euro. Altro risultato importante è stato raggiunto nella vendita di “Package2, opera del 1961, che ha raggiunto la cifra di 520.700 euro, mentre altre opere della collezione, frutto essenzialmente di regali, acquisti, persino baratti con altri artisti di fama internazionale, “Concetto Spaziale, Attesa” del 1963, dedicato da Lucio Fontana “A Jeanne-Claude affettuosamente”, ha raggiunto i 920.000 euro. Infine l’opera di Andy Warhol “Jackie”, del 1964, è stata venduta per la cifra di 920.000 euro.