Inclusività, diversità e accessibilità protagoniste del Miami Art Week

Si è concluso da pochi giorni Miami Art Week, l’ultimo appuntamento della stagione fieristica mondiale.

Presenti insieme ad alcuni clienti, in qualità di art advisor, ci ha stupito l’offerta fieristica, mai così articolata e ricca di eventi collaterali. Una proposta equilibrata e di qualità che ha contraddistinto le due fiere gemelle, da una parte Art Miami, ormai alla trentatreesima edizione, con opere del XX e XXI secolo e dall’altra Context, dedicata principalmente all’arte contemporanea e agli artisti emergenti. Art Basel Miami, che costituisce l’evento fieristico più importante del sistema dell’arte statunitense, con 277 gallerie da 33 paesi del mondo, quest’anno si è ampliato con ulteriori spazi espositivi. Accanto al segmento principale, costituito dalle maggiori gallerie internazionali, si sono aggiunte altre sezioni tra cui Nova, Positions, Surveys, Kabinett oltre a Meridians, dove, al pari di Unlimited di Basilea, sono stati esposti diversi lavori monumentali, selezionati dalla curatrice messicana Magalì Arriola, sul tema del rapporto uomo- natura.

“Inclusività, diversità e accessibilità”, sono le grandi tematiche di quest’anno, presenti sia nelle fiere principali, che negli eventi collaterali, come nella fiera indipendente Untitled, sulla spiaggia di Miami Beach, in cui espongono gallerie emergenti, fuori dai canali convenzionali. La fiera si propone di supportare il sistema dell’arte nel senso più ampio del termine, per cui la maggior parte degli artisti esposti e degli espositori erano donne o persone non binarie, con una forte componente sudamericana ed anche asiatica. Anche la fiera Scope, alla sua ventiduesima edizione, si è concentrata sull’arte contemporanea emergente, ponendo l’accento sull’inclusività. Oltre Design Miami, alla sua diciannovesima edizione, tantissime le fiere satellite, da Aqua Art Miami a Nada Art Fair, con artisti ai margini del sistema dell’arte, da Satellite Art Show, organizzata direttamente dagli artisti, a Pinta, la fiera dedicata all’arte sudamericana. L’offerta è davvero enorme e comprende altre fiere come Fridge Art Fair, che ha proposto un focus sulla cultura LGBTQ+ e le due fiere gemelle Spectrum, in cui esponevano gallerie emergenti, e Red Dot, con installazioni e progetti speciali internazionali.

Numerose sono state le transazioni, anche nelle prime ore di apertura di Art Basel, ma non così intense e frenetiche come nell’ultima edizione del 2022. Durante l’inaugurazione è comunque stata venduta una delle opere più costose della fiera, il dipinto Painter at Night di Philip Guston per 20 milioni di dollari da Hauser & Wirth. Oltre a questo risultato importante, la stessa galleria ha venduto un dipinto di George Condo per 2.35 milioni e uno della giovanissima artista Flora Yukhnovich per 400.000 dollari. David Zwirner ha ceduto The Schoolboys di Marlene Dumas per il prezzo record di 9 milioni di dollari, mentre due opere di Yayoi Kusama sono state vendute per 3 e 3.2 milioni di dollari. Nella galleria Thaddaeus Ropac, oltre alla vendita di due Baselitz per 1.5 e 1.2 milioni di dollari, un dipinto di Emilio Vedova è stato acquisito da un collezionista per 850.000 dollari. Tuttavia l’opera annunciata come la più costosa di tutta la fiera, il dipinto Delta di Frank Stella del 1958, della galleria Yares Art, del valore di 45 milioni di dollari, non è stata venduta.