NTF: sono davvero il futuro dell’arte?

E’ l’ultimo fenomeno del web, che sta spopolando nel mondo dell’arte digitale, esploso anche grazie alla grande migrazione on-line a causa della pandemia. Stiamo parlando degli NFT, abbreviazione di “Non-Fungible Token”, ovvero un tipo speciale di token crittografico che rappresenta l’atto di proprietà e il certificato di autenticità scritto su Blockchain di un bene unico (digitale o fisico). Un fenomeno che prosegue a suon di record e che sta creando un nuovo ed enorme business per il mercato dell’arte.

Basti pensare al Museo Belvedere di Vienna, che, con un tempismo perfetto pochi giorni prima della giornata di San Valentino, ha lanciato un NFT del famoso dipinto “Il Bacio” di Gustav Klimt. L’opera è stata suddivisa in 10mila piccole parti acquistabili per 1.850 euro. Senza dimenticare le scimmie annoiate allo Yacht club, 10mila NFT, recentemente acquisiti da celebrità americane, da Paris Hilton  al rapper Snoop Dogg, da Gwyneth Paltrow a Justin Bieber che ne ha acquisito uno per 1,3 milioni di dollari.

Un vero e proprio business, quello degli NFT, legato però più al mercato finanziario che a quello dell’arte. Un mercato che, secondo il nostro punto di vista, nasconde diverse ombre soprattutto per quanto riguarda le piattaforme di vendita che sono state inquinate da una produzione smisurata di NFT in cui la qualità, il contenuto, gli aspetti formali sono spesso discutibili, soprattutto se l’impiego del digitale costituisce solo un medium privo di qualsiasi valore artistico. D’altra parte stiamo assistendo con scetticismo ad una crescita rapidissima di questo mercato, che sta movimentando quantità esorbitanti di denaro; più che acquisizioni artistiche, gli NFT funzionano come investimenti speculativi legati alle cryptovalute, per via dell’utilizzo di queste valute sulle piattaforme di vendita. Monete spesso utilizzate per il riciclaggio di denaro sporco, come sottolinea in un recente report il Dipartimento del Tesoro americano, che lancia un allarme sul mercato dell’arte legata alla criptoarte e agli NFT.

Per questo invitiamo i nostri lettori, amanti dell’arte più tradizionale,  a visitare la mostra “Realismo magico” in programma fino al 27 febbraio nel Palazzo Reale di Milano. Una mostra che cerca di dare una nuova lettura ad movimento nato tra le due guerre, oggetto di una graduale riscoperta grazie anche alle grandi personalità che fanno parte di questa corrente artistica, da Cagnaccio di San Pietro a Felice Casorati, da Antonio Donghi ad Ubaldo Oppi.

Altra mostra imperdibile è quella dedicata al “divino” Donatello, esposizione storica e irripetibile che inaugurerà il 19 marzo, fino al 31 luglio nella sede di Palazzo Strozzi e al Museo del Bargello di Firenze e che mira a ricostruire lo straordinario percorso di uno dei maestri più importanti e influenti dell’arte italiana di tutti i tempi, a confronto con capolavori degli altri artisti rinascimentali.