Sguardo esclusivo su Art Basel Paris: tra Rubens, Richter e Modigliani

In questi giorni (24–26 ottobre), Parigi torna protagonista della scena artistica globale con la fiera più attesa d’Europa. Sotto la direzione di Clément Delépine, Art Basel Paris si conferma come la più importante manifestazione dedicata all’arte contemporanea a livello mondiale.

In qualità di consulente e art advisor per alcuni collezionisti, ho avuto il privilegio di visitare la fiera in anteprima. Sotto la luce filtrata dalla copertura del Grand Palais rinnovato, sono rimasto colpito dal livello museale delle opere esposte.

Emblematico lo stand di Gagosian, che porta un old master nella fiera regina del contemporaneo: una Vergine col Bambino di Rubens (1611–1614), battuta da Sotheby’s nel 2020 per 7,1 milioni di dollari, in dialogo con i giganti del nostro tempo — dall’imponente Auf der Eisbahn di Baselitz alla Grande tête del 1960 di Giacometti. Tra gli altri capolavori sparsi tra le 206 gallerie, spicca un enorme “mobile” colorato di Alexander Calder, Eight Polygons (1973), che domina lo stand di White Cube, proprio mentre il Whitney Museum of American Art di New York celebra il centenario del Cirque Calder. Da Victoria Miro è esposto un monumentale pastello su carta di Paula Rego, The Cake Woman — un’apparizione quanto mai tempestiva, a solo una settimana dal record d’asta dell’artista, a cui abbiamo assistito da da Christie’s London, durante la settimana di Frieze.

Si distingue il grande lavoro The Last Supper in Green (2022) di Ai Weiwei, alla galleria Neugerriemschneider di Berlino, per cui la richiesta supera il milione. Hauser & Wirth presenta un eccezionale dipinto del 1987 di Gerhard Richter, venduto per 23 milioni di dollari: un risultato che risuona perfettamente con la grande retrospettiva dedicata all’artista dalla Fondation Louis Vuitton. Le vendite significative non si sono fatte attendere, già dalla pre-première: Concetto spaziale, Attese (1964–65) di Lucio Fontana è stato acquisito per 3,5 milioni di dollari. Da White Cube, Charioteer (2007) di Julie Mehretu ha raggiunto la cifra di 11,5 milioni di dollari, mentre da Thaddaeus Ropac Sacco e oro (1953) di Alberto Burri è stato venduto per 4,2 milioni di euro. Nello stesso stand, due opere di Georg Baselitz — Cowboy (2024) e Geste Winken (1995) — hanno trovato nuovi proprietari per 3,5 e 1,2 milioni di euro rispettivamente. Pace Gallery si distingue invece con Jeune fille aux macarons, un raro dipinto tardo di Modigliani del 1918, venduto per quasi 10 milioni di dollari a una prestigiosa istituzione europea.