Fiere e aste al tempo del Covid 19

Con l’augurio che stiate sempre tutti bene torniamo a parlare dell’emergenza sanitaria che ha imposto lo slittamento di tutte le Fiere primaverili in autunno, creando così un rischioso congestionamento che ci lascia un po’ perplessi. Speriamo che lo stato d’emergenza si concluda entro l’estate e che i comitati che gestiscono le diverse manifestazioni che avrebbero dovuto tenersi in questo periodo stiano ripensando a come cambiare i loro calendari. Il rischio è un accumularsi di eventi ravvicinati se non addirittura in sovrapposizione: in Italia ad esempio Mia Photo Fair è stata posticipata a settembre, sovrapponendosi così a Miart. Il “problema” è che anche Art Basel è stata spostata a settembre, e tante sarebbero le considerazioni da fare legate alla logistica e ai costi per gli spostamenti degli appassionati e dei collezionisti che in certi casi si troveranno a decidere a quale evento partecipare. Art Verona invece per evitare la cannibalizzazione da parte di fiere di peso maggiore, è stata spostata a Dicembre. Il nostro timore è che la scelta di far slittare tutto in autunno possa rivelarsi poco efficace: troppe iniziative, tutte insieme, non favoriscono certo il mercato dell’arte.
Le case d’asta, vista la chiusura del mercato tradizionale, hanno invece potuto organizzarsi spostando online le vendite e incentivando un canale già ampiamente utilizzato. Lo scorso anno le vendite di arte e antichità on line, a livello globale, sono state stimate intorno ai 5,9 miliardi di dollari (secondo il report dell’economista Clare McAndrew pubblicato da Art Basel e Ubs). Sotheby’s ad esempio ha deciso di spostare sul web le aste di marzo e aprile consapevole del fatto che, lo scorso anno, il fatturato delle aste on line ha portato un incremento del 55% rispetto al 2019. Anche le case d’asta italiane si stanno spostando on line: ad esempio l’asta di fotografia di Finarte del 17 marzo, utilizzando solamente il canale di vendita on line, ha registrato un aumento del 40% rispetto all’asta di ottobre, realizzando 390.000 euro. C’è stata una grande partecipazione e la metà del totale dei collezionisti intervenuti sono stati stranieri.

L’asta di Cambi del 23 marzo dedicata al grande Design italiano e internazionale, non solo ha realizzato un 48% in più di fatturato rispetto allo stesso appuntamento di marzo 2019, ma ha ottenuto, con moltissimi acquirenti internazionali, il risultato migliore di sempre con il 75% dei lotti venduti.

Per quanto riguarda Christie’s sono state spostate esclusivamente on line alcune aste già organizzate, come quella del vino, aperta proprio in questi giorni, mentre alcune sono state rimandate a partire da metà giugno e altre spostate in autunno. Dirk Boll, presidente Christie’s per l’Europa sostiene che ci sarà un sicuro incremento delle aste on line, che supererà i vecchi modelli di vendita, in linea anche con i nuovi acquirenti, i Millennials e ricorda, per esperienza personale, che solitamente dopo una grande crisi si verifica un’impennata delle vendite di beni di lusso e del mercato dell’arte. Proprio come ha dimostrato anche il grande entusiasmo dei collezionisti asiatici dopo aver superato la crisi finanziaria del 2008.