“ARCHIVI: dai Macchiaioli alla Pop Art” – La mostra  a Milano presso M45, fino al 13 marzo 2026 

“Un archivio non è solo un deposito del passato, ma un dispositivo del presente: ciò che scegliamo di conservare, svela chi siamo.”
Marco Bertoli e Angelo Enrico

Con la mostra ARCHIVI, visitabile su appuntamento fino al 13 marzo 2026 presso M45 a Milano, prende forma un percorso espositivo che non si limita alla retrospettiva, ma propone una rilettura critica pluridecennale del lavoro e della ricerca di due specialisti del panorama artistico italiano: la mia esperienza consolidata come art advisor e quella di Angelo Enrico, storico gallerista, e figura di riferimento nel tessuto culturale milanese.

La mostra si configura come un attraversamento visivo e concettuale di un archivio personale che ha saputo, nel tempo, farsi narrazione, spazio vivo e mutante di idee, sguardi e intuizioni.
Dall’amore per l’arte italiana dell’Ottocento — capace di raccontare un Paese in piena trasformazione, tra le aperture veriste del naturalismo, la rivoluzione dei macchiaioli e le sperimentazioni del divisionismo — fino alle espressioni più concettuali dell’arte contemporanea, ARCHIVI si configura come un vero e proprio viaggio attraverso gusti, scelte e traiettorie culturali, raccolti e selezionati con rigore ma anche con uno sguardo visionario. Il percorso della mostra si sviluppa secondo una logica tematica, intrecciando opere di artisti come Courbet, De Nittis, Fattori, Zandomeneghi, Balla, Fontana, Warhol, Christo e altri, fino ai più contemporanei.

L’intento non è tanto quello di proporre una cronologia storica, quanto piuttosto di costruire un racconto intimo, fatto di memorie e relazioni, dove ogni opera dialoga con le altre in un equilibrio costante tra emozione e riflessione. Il passaggio del tempo — con le sue trasformazioni sociali, estetiche e culturali — è registrato come una sedimentazione fluida, in cui l’archivio diventa strumento di lettura di un mondo che cambia.

In questo contesto, si delinea un gusto eclettico e sempre più consapevole, capace di accostare senza gerarchie apparenti la pittura ottocentesca alle installazioni contemporanee, la tradizione figurativa alla sperimentazione visiva più radicale.

Il vero spirito della mostra risiede nella capacità di accogliere la complessità come espressione più autentica della coerenza.

Ogni opera, ogni documento, ogni frammento esposto è una testimonianza diretta di un incontro, di un’intuizione o di un tempo condiviso.
Accanto ai capolavori di pittura dell’Ottocento — da Boldini ai Macchiaioli, da Induno fino alla Scapigliatura milanese — convivono le scelte più ardite del Novecento, in un dialogo serrato che include le ricerche visive e installative delle ultime generazioni, fino alle recenti collaborazioni con artisti contemporanei, già esposti a M45, lo spazio d’avanguardia e piattaforma curatoriale fondata da Marco Bertoli e Angelo Enrico, simbolo di una visione sempre proiettata verso il futuro.

ARCHIVI è quindi, innanzitutto, un ritratto a due voci, ma anche una polifonia più ampia, che coinvolge artisti, collezionisti, curatori, e chiunque abbia attraversato, anche solo per un istante, la traiettoria di questi ultimi trenta, quarant’anni.

In un’epoca in cui tutto tende a disperdersi nella fluidità della contemporaneità, ARCHIVI invita a tornare al gesto della conservazione consapevole, la costruzione lenta e meditata di un’eredità culturale che possa ancora parlare al nostro tempo.