2025
Marco Bertoli
Modena

Marco Bertoli art advisor ed esperto d’arte nel panorama internazionale, presenta Michi Grassi. Da sempre attento alla valorizzazione dei giovani talenti, Marco Bertoli riconosce in Michi Grassi una solida competenza tecnica, originalità e forza espressiva, qualità che collocano l’artista nella grande tradizione figurativa. Specializzato nel ritratto iperrealista, in particolar modo dei cavalli, l’artista restituisce l’essenza, gli stati d’animo e il carattere dell’animale, instaurando con esso una relazione autentica e intensa.

Ad oggi considerato l’eccellenza per la pittura equestre, tarantino di nascita, classe 1988, Michi Grassi, cresce in una famiglia di artisti, amanti dell’arte, scoprendo la sua sensibilità e vocazione per la pittura all’età di 27 anni. Durante il percorso di studi in ambito giuridico egli approda, in occasione di una visita culturale, alla Chiesa romana di Santa Maria del Popolo dove rimane indelebilmente colpito dalla straordinaria pala caravaggesca posta nella cappella Cerasi, intitolata “La conversione di S. Paolo”. In essa la presenza dell’immagine del cavallo, le cui fattezze vengono esaltate dalla maestria del chiaroscuro caravaggesco, domina la scena e l’animale s’innalza verso il divino conferendo uno slancio energico all’opera stessa.

Michi intraprende così la sua ricerca pittorica, tesa a ripetere e restituire sulla tela lo stimolo percepito da questa visione. Inizia a dipingere sotto gli insegnamenti di maestri internazionali, apprendendo ed approfondendo, con duro lavoro e perseveranza, le basi di disegno a mano libera. Prosegue i suoi studi concentrandosi sul figurativo, adottando la tecnica del disegno con grafite, seguito da talentuosi insegnanti dell’Accademia di Belle Arti di Roma. Dopo aver affinato la tecnica pittorica, perseguendo maniacalmente la resa naturalistica del soggetto da lui prediletto: il cavallo, giunge ad essere ospite della sua prima mostra in occasione dell’evento: “I cento pittori di via Margutta” nel 2017.

Dopo questa prima esperienza, decide di accostarsi ad un ambiente più vicino e affine alla sua indole e passione per i cavalli. Accolto calorosamente nel mondo culturale sportivo, il suo iter è segnato ad oggi da premiazioni e prolifici incontri con storici dell’arte, illustri politici, imprenditori, Re e Principi delle casate arabe ed altre personalità famose, che hanno apprezzato e acquisito le sue opere nelle proprie collezioni.

Come una lontana eco d’immagini e forme del pathos, riemergono nelle opere di Michi assonanze di armonie che hanno origine nella cultura antica, accompagnate da caratteri narrativi, plastici e figurativi, abitualmente riconducibili a uno stile barocco.

Il termine Neobarocco contemporaneo è stato coniato nel 1987 da Omar Calabrese, ma su tale argomento hanno pubblicato studiosi rinomati come Gillo Dorfles e Umberto Eco.

Con tale neologismo s’identifica non solo un atteggiamento particolare, ma una qualità formale specifica, quasi una categoria dello spirito artistico, che affonda le sue radici nella seconda metà dell’Ottocento e riaffiora nell’inconscio collettivo del XX secolo.

In questo secolo il Neobarocco artistico dilaga come specchio di una società dominata da contrasti e antitesi, segnata dall’inquietudine spirituale in bilico tra stravagante decadenza e il fascino dello sfarzo grottesco, che predilige un movimento dionisiaco antistatico, come espressione drammatica dell’ebrezza del divenire, composta da passione impetuosa di luci e ombre, scaturita da una percezione alterata del reale.  In quest’atmosfera si può collocare l’opera di Michi, carica di un linguaggio artistico raro per raffinatezza e grandiosa grazia, aderente quella linea estetica neobarocca che va aldilà del tempo, capace di intercettare le inclinazioni di quel gusto della società di oggi sensibile alla rivalutazione del tema barocco nell’arte contemporanea.

Eugenia Battisti
Storica dell’arte